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Giorgio saluta con una lettera: da applausi

Non sempre le cose vanno come noi vorremmo…..
Quando ho firmato il rinnovo con Reggio Emilia, a giugno dello scorso anno, ho annunciato alla società e alla squadra che per me questa sarebbe stata l’ultima stagione da pallavolista. Un mese fa ho compiuto 35 anni e inizio a non sentirmi più competitivo come prima, i problemi fisici sono aumentati, gli stipendi diminuiti, ma soprattutto dentro di me sento cominciare a mancare le motivazioni e la determinazione che mi hanno permesso di raggiungere ogni traguardo della mia carriera.
Non sono una persona che torni spesso sulle sue decisioni: infatti nonostante ci abbia riflettuto costantemente durante questi 8 mesi di allenamenti e partite, la mia scelta non è mai cambiata.
Nel corso di questa mia ultima stagione ho anche pensato tante volte a come avrei voluto che finisse la mia carriera. Fin troppo ovvio immaginare che avrei desiderato concludere con un’altra promozione in A1, ma senza puntare così in alto mi immaginavo almeno di chiudere con una grande partita, lottando fino all’ultimo pallone davanti al pubblico di casa, agli amici e a mia moglie.
Invece l’avventura playoff si è conclusa dopo solo due gare, entrambe giocate male e perse, in un palazzetto a quasi 800 km da casa.
Pazienza.
Il brutto ricordo di due partite non potrà mai cancellare quelli invece meravigliosi del resto della mia carriera, dove tutto è andato ancora meglio di come avrei mai potuto immaginare.
Nessuno mi ha regalato niente però….. se ho superato le mie e le altrui aspettative è perché ho lavorato, fatto sacrifici e stretto i denti: il mio obiettivo è sempre stato quello di migliorare, di dare il massimo ogni giorno ed ora posso chiudere con l’orgoglio di chi, quando cade l’ultima palla, è sereno perché ha dato tutto quello che aveva.
Non sono mai stato un campione ma fino all’ultimo giorno ho lottato per esserlo….. questo mi basta.
La mia “vita” pallavolistica è partita 21 anni fa dalla Prima Divisione dell’Olympia Voltri ed è passata attraverso Bergamo, Brescia, Cagliari, Latina, Mantova, Perugia e Reggio Emilia: tre promozioni e tre retrocessioni, 12 stagioni e quasi 350 partite in serie A, due operazioni chirurgiche e altri infortuni vari, ma soprattutto tante, tantissime emozioni.
Tra queste se dovessi sceglierne tre prenderei la promozione in A1, il giorno in cui il palazzetto di Cagliari cantava il mio nome per chiamarmi in campo e il primo momento in cui ho avuto in mano la maglia azzurra della Nazionale.
Ma queste sono solo tre gocce in un mare, emozioni che rimarranno sempre dentro di me perché la pallavolo ha contribuito a fare di me la persona che sono oggi.
Mi ha insegnato a vincere e a perdere, ad essere leader e gregario, a festeggiare e a soffrire, ad essere giocatore e ad essere uomo.
Ecco perché voglio salutare e dire grazie ai compagni, agli allenatori, ai dirigenti, ai procuratori, ai giornalisti, agli arbitri, ai tifosi, agli avversari che ho incontrato in tutti questi anni: senza di loro non sarebbe stato lo stesso spettacolo.
Grazie alla mia famiglia, che mi è sempre stata vicina anche se non ero mai a casa, e agli amici di Voltri, con cui tutto è cominciato e con cui ancora continua oggi.
Grazie alla gente di Cagliari e della Sardegna, dove ho vissuto gli anni più belli della mia carriera, e a tutti quelli di Reggio Emilia: non avrei potuto scegliere un posto migliore per chiudere la mia storia.
Grazie a mia nonna Lina e al mio amico Gerry, che nel corso di quest’anno se ne sono andati ma che sono sicuro mi hanno seguito dall’alto fino all’ultimo pallone.
L’ultimo grazie va proprio alla Pallavolo, per tutti questi anni fantastici e perchè un giorno ha portato mia moglie Cristina a vedere una mia partita: da quel giorno lei è diventata la mia forza, la mia famiglia, la mia vita.
E’ stato un bellissimo viaggio…..
Non lo dimenticherò mai.

Giorgio

Al seguente link, il video tributo dedicato a Giorgio Barbareschi realizzato da Studio Volley.